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Cronache
La Gronda a rischio, 37 realtà associative liguri chiedono che sia realizzata

La Gronda a rischio taglio, 37 realtà associative liguri chiedono che sia realizzata, Confindustria in testa

Che fine ha fatto la Gronda? Il progetto della Gronda autostradale di Ponente, opera fondamentale per la viabilità di Genova, della Liguria e dell'intero paese, potrebbe restare fuori dal piano cosiddetto “sblocca-cantieri” del Governo. Uno stop che porterebbe danni e ripercussioni negative su una città e una regione già duramente colpiti dal crollo del ponte Morandi. Per questo trentasette realtà associative di Genova e della Liguria hanno firmato il manifesto 'Perché sì alla Gronda', a favore della sua costruzione, possibilmente in tempi decorosi. I cantieri per la costruzione della Gronda sarebbero dovuti iniziare all'inizio del 2019 e affidati ad Autostrade per l’Italia. Il progetto prevede un raddoppio dell'A10 nel tratto interessato dal crollo del Ponte Morandi. Allo stato attuale l’opera comporta un investimento di 4.3 miliardi di euro, totalmente a carico di ASPI, per la realizzazione di 72 chilometri di nuovi tracciati autostradali (54 in galleria) e 13 nuovi viadotti e l’ampliamento di 11 viadotti esistenti. "La partita adesso si gioca sulla Gronda, dal 13 agosto 2018 il progetto esecutivo è al MIT, quindi è tutto pronto, l'opera va cantierizzata. E' un sì alla Gronda senza modifiche, ci mancherebbe visto che il progetto con più di vent'anni di storia ha tutte le autorizzazioni" dice il presidente di Confindustria Genova Giovanni Mondini.

 

La Gronda a rischio taglio, 37 realtà associative liguri chiedono che sia realizzata. La storia del progetto

Il primo studio di fattibilità sul nuovo progetto della Gronda è stato avviato nel 2002, sottoposto a Dibattito Pubblico con i cittadini delle zone interessate al tracciato nel 2009. Nel 2014 viene giudicato favorevolmente dalla Valutazione di Impatto Ambientale, e l’anno successivo è inserito nel Piano Urbanistico Comunale del Comune di Genova. Nel 2017 arriva l’approvazione dal Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture. Il Dibattito Pubblico, realizzato in collaborazione tra ASPI e Comune di Genova, ha rappresentato un primo esperimento del genere in Italia, e permesso sia di rafforzare i livelli di consenso sull’opera, sia di migliorare il progetto iniziale sulla base dei suggerimenti dei cittadini abitanti nelle zone interessate dal progetto. L’Italia è riuscita a farsi autorizzare dall’Unione Europea il finanziamento di un’opera di questa portata senza tariffe aggiuntive a carico dei cittadini e senza oneri per lo Stato, grazie all’allungamento di 4 anni della concessione di ASPI.

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